La Moda degli Anni '60
















I RIVOLUZIONARI ANNI ‘60

COSA CARATTERIZZANO GLI ANNI ’60?
1.     LA TENDENZA SI ORIENTA VERSO UN’IMMAGINE GIOVANILE: Il declino della moda destinata a pochi eletti viene segnato dall’inversione di tendenza della società che si orienta verso un’immagine giovanile, dall’avvento della moda inglese e soprattutto dai cambiamenti di carattere politico ed economico.
2.     AUMENTO VERTIGINOSO DELLO SVILUPPO INDUSTRIALE: favorisce una progressiva diffusione dei beni di consumo: questo comporto un livellamento delle classi sociali e la conseguente conformità dei gusti.
3.     NUOVI IDEALI ESTETICI ED IDEOLOGICI: La nuova società che si profila persegue nuovi valori, si apre alla cultura di massa (una cultura che gravita attorno ai mass media, i cui recenti miti sono definiti dalla televisione, dai rotocalchi e dal cinema) e si rivela dedita al consumismo.
4.     ESIGENZA DI RINNOVAMENTO: In definitiva, la nuova classe sociale emergente ha forgiato una nuova sensibilità estetica incentrata soprattutto sulle esigenze di rinnovamento.
5.     FENOMENO CONTROMODA: Alla tendenza ufficiale che in ogni caso sarà pronta ad inglobare le mode giovanili ed anticonformiste, si oppone un tipo di abbigliamento libero da schemi precostituiti, esplicita manifestazione, a livello di costume, dell’ideologia indipendente che anima le nuove generazioni. L’opposizione verso la società consumistica e capitalista, porta i giovani ad aggregarsi in gruppi caratterizzati da interessi culturali in cui la musica occupa un posto di primo piano. (beatles, rolling stones).

LA MODA ANNI ‘60

  1. Abito a Trapezio: Simile alla Linea A ma molto più ampia, ricalca appunto la forma di un trapezio isoscele. Questa linea viene considerata il vero must-have. Indossato da Twiggy, modella icona del momento.
  2. La minigonna: Nel 1955 la stilista inglese Mary Quant aprì la sua boutique Bazaar a Londra, in Carnaby Street. A lei viene attribuita la comparsa  della minigonna nel 1964. Una rivoluzione paragonabile a quella di Chanel negli anni Venti. Le proposte di Mary Quant, miniabiti, minigonne, hot-pants, collant dalle vivaci fantasie impermeabili in Pvc lucido, raccolgono un sicuro successo nell’universo giovanile.
  3. Stampe optical: nel settore tessuti si arriva all’invasione nel 1965 delle decorazoni optical, must have degli anni 60, in un abito ampio a trapezio. Tessuti incentrati su motivi cinetici. La mania dell’Op-art investe anche l’alta moda sia in Francia che in Italia. Non solo tessuti ma anche maglieria, pellicce (striate, chiazzate, maculate) e accessori (scarpe, stivali, calze) diventano optical.
  4. Minidress in maglia: Minidress in maglia con manica a tre quarti sfoggiato dalla celebre icona di stile Jane Birkin negli anni 60. Negli anni della cosiddetta "Swinging London"( cioè eccitante, piacevole) Birkin ha 17 anni, non passa mai inosservata con le sue mise trasgressive, incarnando così lo spirito di quel tempo della ragazza libera, bella e senza costrizioni. Gonne cortissime, niente reggiseno, minimal: un inno alla libertà e all'espressione individuale.
  5. Ballerine : soprattutto con punta colorata, erano un must have degli anni 60. Eccole indossate dalla cantante Mina.

  
TWIGGY: Modella londinese, la prima modella a diventare un idolo dei teen-agers. Il nuovo look si orienta verso una figura di donna giovane, massimo ventenne, un’adolescente dalle lunghe gambe magre con capelli lunghi e lisci oppure corti tagliati a caschetto.

STILISTI EMERGENTI pret a porter
ANDRE’ COURREGES: nel 1964 crea una collezione chiamata “space-age look”(età spaziale), abiti corti dai tagli dritti, prevalenza di linee geometriche senza alcuna concessione alla decorazione, quasi un anticipo della tendenza minimalista degli anni Novanta. Uno dei tratti distintivi di Courrèges oltre al prediletto colore bianco, sono gli stivali, anch’essi bianchi.
PIERRE CARDIN: sempre nel 1964 Pierre Cardin cede al fascino dell’era spaziale e propone una collezione incentrata sul bianco caratterizzata da particolari in contrasto neri o argentati, con tagli alle forme geometriche o tondeggianti, molto accentuate. Nella moda spaziale anche i materiali sono nuovi: tessuti sintetici, PVC, lurex, plastica dura.

YVES SAINT LAURENT : Nel panorama dell’ Haute Couture parigina è Yves Saint Laurent che viene decretato il vincitore indiscusso di originalità. L’esperienza iniziata nella maison Dior alla fine degli anni ’50 si concluse bruscamente a causa delle sue proposte ritenute troppo all’avanguardia per la clientela conservatrice della casa. Nel 1962, assieme a Pierre Bergès, Saint Laurent apre un suo atelier di moda e il 29 gennaio presenta una collezione che riscuote successo: i suoi tailleur dal taglio perfetto sono considerati gli unici che possono competere con Chanel. Nel 1965 rende omaggio al pittore olandese Piet Mondrian esponente del neoplasticismo, riproducendo i suoi dipinti su abiti jersey caratterizzati da linee rigorose, mentre si diffonde lo stile spaziale del pret à porter. L’arte divenne un motivo usato dalla moda. Grazie alle semplici forme degli anni Sessanta, le immagini dei dipinti potevano essere applicate direttamente sull’abito. Da allora in poi la moda trasse ispirazione dalle correnti artistiche popolari dell’epoca, come la Op Art e i disegni psichedelici, il design di moda si sviluppò poi quindi in un’altra direzione. Nel 1966 crea la collezione Pop Art ispirata a Andy Warhol e Lichtenstein.

MODA ITALIANA: nello scenario dell’ alta moda internazionale Valentino Garavani, noto come Valentino, è uno dei creatori italiani che ha riscosso maggiore successo. Dopo un periodo di apprendistato in Francia, nel 1962 Valentino esordisce a Firenze dove si assicura un successo clamoroso. La moda che propone è incentrata su un modello di eleganza raffinata, carica di un’aura di rigore, sintesi di lusso interpretato in tono attuale. Il rosso è uno dei colori prediletti al punto da renderlo noto col nome di “rosso Valentino”.

JACQUELINE KENNEDY
Una menzione speciale merita uno degli idoli del periodo Jacqueline Jennedy, first Lady degli Usa, moglie di John Kennedy. Poiché ha incarnato un modello imitato e ammirato da numerosissime donne del tempo. Il suo stile essenziale, incentrato su abiti dalla linea prevalentemente geometrica, le gonne al ginocchio, il caratteristico cappellino rotondo esclusivamente disegnato per lei, il PILL-BOX che lasciava scoperto il viso e la collana di perle a tre fili divennero un must del periodo, come la famosissima borsa Gucci che passerà alla storia col nome di Jackie ‘O.

IL LOOK:  L’IMPORTANZA DEL MAQUILLAGE E DEGLI ACCESSORI
Il trucco acquista un ruolo molto importante. L’attenzione si concentra sugli occhi, ingranditi dal contorno di eye liner, dall’uso sapiente di ombretti colorati e folte ciglia finte conferiscono al viso quel’aria infantile tanto apprezzata anche sotto l’aspetto fisico.
I capelli vanno di moda corti ma il gusto di apparire diverse, dal 1964 porta al trionfo di parrucche di nylon e l’uso di posticci. Le donne che invece desiderano avere un’aria curata adottano i toupet raccogliendo i capelli cotonati sulla sommità del capo.
Completano il look occhiali tondi, fasce e foulard.


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