La Moda degli Anni '30
GLI ANNI ‘30
LA MODA TRA LE DUE GUERRE
ANALISI SOCIALE E
DEL COSTUME
Nel 1929 i roaring Twenties terminarono tragicamente con il
crollo della borsa di Wall Street che aprì una grande crisi economica negli
Stati Uniti e che ebbe devastanti ripercussioni finanziarie in tutto il mondo.
La crisi fu provocata dalla sovrapproduzione industriale, perché la quantità di
merci prodotte era superiore alla possibilità di consumo e di vendita. I
magazzini si riempirono quindi di merci invendute e il commercio ristagnò,
molte industrie chiusero e milioni di persone si ritrovarono senza lavoro.
Questa situazione di crisi economica e sociale aprì la via in Europa
dell’affermarsi delle dittature ispirate alle ideologie nazionalsocialiste. Nel
1922, Benito Mussolini, con la marcia su Roma, inaugurò l’età fascista in
Italia, nel 1933 Adolf Hitler venne nominato cancelliere del terzo Reich, dando
così inizio al regime nazista in Germania e alla politica antisemita. Gran
parte della popolazione europea accoglieva con favore la propaganda
nazionalista e fascista perché in essa vedeva una possibile via di uscita dalla
miseria e dalla crisi. In questo contesto, tutto il comparto moda subì una
inevitabile battuta d’arresto, si registrò un effetto negativo sulla moda francese,
che vedeva sottrarsi la sua più prodiga clientela americana. In quel clima di
incertezza generale si preferì ritornare a linee meno trasgressive ed
emancipate, riscoprendo negli abiti le fantasie floreali, i drappeggi e le
lunghezze più pudiche. Le forme spigolose e squadrate e i capelli corti della
donna anni Venti cedettero il passo a linee più morbide, al punto vita
nuovamente evidenziato, a capelli ondulati e lunghi da raccogliere. L’aspetto
sportivo e giovanilistico degli anni Venti fu sostituito da una eleganza più
femminile e tradizionale.
LA MODA DEGLI
ANNI ‘30
La geometria dei vestiti si addolcì, la figura femminile,
pur rimanendo snella, riacquistò una forma più naturale, con l’evidenziazione
delle curve compresse nel decennio precedente. Il punto vita è definito e
sottolineato specie negli abiti da giorno, da sottili cinture in pelle o in
stoffa. Le spalle vennero evidenziate e imbottite. La gonna tornò aderente ai
fianchi, stretta e svasata verso il fondo, varia la lunghezza: da sotto il
ginocchio a metà polpaccio. La tecnica del taglio sbieco permetteva al tessuto
di avere quella caduta morbida, adatta alla linea del nuovo abbigliamento. Per
dare poi la forma svasata alle gonne, si iniziò a fare uso dei gheroni, inserti
di stoffa a forma di triangolo, inseriti con la punta in alto, che permettevano
di raggiungere l’ampiezza desiderata. Il tailleur anni trenta in jersey o in
tweed, era dotato di una giacca avvitata con risvolti e cintura, la gonna
affusolata era lunga al polpaccio e poteva essere sia a pieghe che svasata sul
fondo. Tornarono di gran moda le pellicce, in diversi tipi di pelo, quello più
alla moda era di volpe, con la quale si realizzavano stole che venivano
indossate sulle spalle. Gli abiti da sera diventarono molto più sofisticati e
per la prima volta lasciavano completamente scoperta la schiena. La parte
posteriore del vestito era quella che attirava maggiormente l’attenzione,
grazie anche a sapienti drappeggi, una silhouette stretta in vita e svasata sui
fianchi. La figura longilinea viene enfatizzata dall’uso di satin lucido, seta
trasparenti a tinta unita o a motivi floreali.
IL LOOK ANNI ‘30
Per quanto riguarda il look anni ’30 vediamo un’ acconciatura
con riga laterale, tipica del periodo, con larghe onde a incorniciare il viso e
un trucco non troppo accentuato. Tra i copricapi la scelta era ampia e
variegata: alle toque e alle cloche di velluto e feltro per l’inverno, si
affiancarono piccoli cappelli in satin, ciniglia e in paglia per l’estate, con
penne o spesso contornati da velette. Le scarpe iniziano a sfoggiare tacchi
sempre più alti. Molto interessanti si rivelarono le applicazioni di nuovi
materiali e delle fibre artificiali nel campo degli accessori. Con Salvatore
Ferragamo l’uso di materiali innovativi fu avveniristico. Immigrato nel 1914
dall’Italia negli Usa, dove iniziò a creare modelli per il mondo del cinema,
Ferragamo fu uno dei designer di scarpe più operosi ed ingegnosi dagli anni
Venti agli anni Cinquanta. Nel 1935 Ferragamo creò la prima suola a zeppa di
sughero che diventò assai diffusa negli anni quaranta. Nel 1938, lanciò un
nuovo dirompente modello: i sandali con la suola-plateau, il cui tacco era
costruito da strati di sughero rivestiti di pelle scamosciata a più colori.
ARTE E MODA: ELSA
SCHIAPARELLI E IL SURREALISMO
Gli anni Trenta
furono interessati dall’esperienza del Surrealismo che aveva come obiettivo
l’esplorazione e la rappresentazione dell’inconscio. Questo principio ebbe una
certa ricaduta nella moda e fu colto in modo particolare dalla stilista Elsa
Schiaparelli. Nel 1936 realizzò l’abito a “cassetti” o a “scrivania”, un
modello di tailleur, suggerito da Salvador Dalì, con tasche in parte vere in
parte finte , che grazie all’applicazione di anelli, sembravano cassetti. Sotto
l’influenza surrealista la Schiaparelli creò diversi accessori tra i quali gli
stravaganti cappelli-scarpa, il tacco qui interpretato come talon rouge, quale
segno distintivo dei personaggi più importanti della corte di Luigi XIV. Nel
1937 la stilista decorò un abito da sera bianco con un’aragosta gigante. Le
creazioni d’avanguardia della Schiaparelli non furono mai prodotte in
serie. Nel 1938 uscì Shocking, il profumo si presentava in un
flacone di vetro che aveva la forma di un manichino da sartoria con le misure
che corrispondevano in proporzione a quelle di Mae West, famosa diva
hollywoodiana. La Schiaparelli, nel suo rapporto con il surrealismo aveva
chiarito i contenuti culturali del lavoro che stava conducendo sul linguaggio
dell’abito, cercando di approfondire la riflessione sul corpo e sul rapporto
fra soggetto e indumento. In modo analogo a ciò che i surrealisti facevano in
pittura, aveva sperimentato nelle sue creazioni il linguaggio dell’inconscio.
MODA E CINEMA
Nel corso degli anni Trenta il cinema divenne la forma di
intrattenimento più diffusa. Fu un’epoca gloriosa, nella quale il cinema si
impose come nuovo medium per la diffusione di atteggiamenti, mode, stili di
vita. Non solo mostrava le nuove mode ma le creava anche. L’immagine
dell’attrice degli anni Trenta era quella della femme fatale, perfetta
interprete del glamour dell’epoca, ideale dell’immaginario femminile che si
muoveva in atmosfere raffinate e lussuose. In diapositiva vediamo Marlene
Dietrich, icona dello star-system hollywoodiano.
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