MINI STORIA DEI PANTALONI NEL MONDO FEMMINILE
I primi movimenti per l’emancipazione femminile si manifestarono in America nel primo ventennio dell’Ottocento: l’incontro di alcune scrittrici e attiviste per i diritti delle donne tra cui Amalia Bloomer, sollevò il problema della scomodità degli abiti tradizionali delle signore. Amalia aveva fondato “The Lily”, una rivista in cui tra l’altro sosteneva che corsetto, sottogonne inamidate, gonne lunghe fino ai piedi, costituivanouna mortificazione e un impedimento alla libertà di muoversi e svolgere qualsiasi tipo di attività. Gli indumenti proposti in sostituzione erano tutto sommato pudici: una tunica al ginocchio sotto cui spuntavano ampi pantaloni allacciati alle caviglie, ispirati al costume delle donne turche. Esportati in Europa, i Bloomer, come vennero chiamati i calzoni, faticarono ad affermarsi perché per strada le coraggiose che osavano metterli erano bersaglio di insulti pesanti, e – a seconda della stagione – di palle di neve o frutta marcia. Scacciate anche dalle chiese e dalle sale per conferenze, le sostenitrici dell’abito riformato dovettero aspettare due generazioni e molti incidenti mortali causati dalle ampie e ingestibili crinoline – come restare impigliate nelle ruote dei carri – per riuscire a far sentire la loro voce.
Ci vollero i due terribili conflitti del Novecento perché la gente cominciasse ad abituarsi al nuovo indumento, quando – mentre gli uomini erano al fronte – la popolazione femminile fu chiamata a sostituirli al lavoro, nelle fabbriche, nei campi, negli uffici e negli ospedali. Poter uscire di casa, avere la possibilità di lavorare e manovrare denaro, fu una conquista che influenzò profondamente la mentalità femminile!
Oggi i pantaloni sono un caposaldo del guardaroba femminile anche grazie all’ enorme successo dei jeans – l’uniforme del movimento hippy – e a sarti/stilisti d’avanguardia, l’uso dei pantaloni da donna cominciò lentamente ad essere considerato normale anche in Europa e soprattutto in Italia, segno che l’emancipazione femminile vestiaria aveva vinto la battaglia.
Ci vollero i due terribili conflitti del Novecento perché la gente cominciasse ad abituarsi al nuovo indumento, quando – mentre gli uomini erano al fronte – la popolazione femminile fu chiamata a sostituirli al lavoro, nelle fabbriche, nei campi, negli uffici e negli ospedali. Poter uscire di casa, avere la possibilità di lavorare e manovrare denaro, fu una conquista che influenzò profondamente la mentalità femminile!
Oggi i pantaloni sono un caposaldo del guardaroba femminile anche grazie all’ enorme successo dei jeans – l’uniforme del movimento hippy – e a sarti/stilisti d’avanguardia, l’uso dei pantaloni da donna cominciò lentamente ad essere considerato normale anche in Europa e soprattutto in Italia, segno che l’emancipazione femminile vestiaria aveva vinto la battaglia.
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